Molto spesso si tratta di un’attività data per scontata, al limite dell’invisibile, ma la riuscita di un buon prodotto grafico, che sappia trasmettere il messaggio corretto e una certa emozionalità, deriva proprio dalla sua progettazione. Nei paesi anglosassoni è conosciuta come graphic design perché design significa progetto (e non disegno), quindi, molto concretamente, riveste il significato di progetto grafico. Non si tratta di fare arte o sterili esercizi creativi, la pratica del progetto conduce a un risultato ripetibile e controllato, sfruttando soprattutto la tecnologia, specie digitale, per garantire un risultato riproducibile.

In questa prospettiva la grafica è dunque più vicina alla scienza della visione, piuttosto che a pratiche artistiche indirizzate al genio del momento. Lo sbocco dei prodotti grafici è sempre industriale: marchi e logotipi, cataloghi e brochure, gadget e packaging, siti web e blog, ecc. dietro ogni prodotto grafico c’è sempre un’industria, a stampa oppure digitale. Conoscere le regole alla base della grafica consente di lavorare in settori fondati a loro volta su regole di natura economica. Progettare la grafica è un’attività di sicuro piacevole, ma è pur sempre tecnica e per questo, come per qualsiasi altra tecnica (anche la fotografia è tecnica), bisogna conoscere metodi e dispositivi tecnologici per la produzione dei contenuti.

Il progetto grafico delle interfacce utente (user interface design).

Gli strumenti di oggi sono costituiti da bit, in altre parole, la loro natura è digitale. Ne consegue che fare progettazione grafica digitale assume il significato di realizzare dei prodotti riproducibili si scala industriale, con un numero specifico di esemplari, un numero legato a dei costi di produzione. La progettazione grafica è condotta proprio da questo obiettivo: fornire le coordinate necessarie affinché un supporto, cartaceo o digitale, possa essere correttamente distribuito. Ogni progetto grafico non può improvvisarsi, pena il suo completo insuccesso.

Per ricavarne un’idea, è sufficiente pensare in termini di microproduzione, al fenomeno sempre più diffuso del PaaS (Print as a Service) e delle stampanti condivise nel cloud: grazie alle reti ci si può scambiare file che vengono stampati in locale. E poi tutte quelle PMI e tutti quei professionisti che necessitano di farsi pubblicità a costi contenuti perché dispongono di un budget più contenuto, e i cui prodotti pubblicitari sono stampati da centri online, consegnati a domicilio. Questo è il punto: per inviare file corretti, dal punto di vista grafico e tecnico, bisogna formarsi con le basi più idonee.

Gli strumenti digitali hanno caratteristiche che vanno conosciute in profondità, ma ancora prima di mettersi di fronte a essi, occorre conoscere le tecniche di progettazione, quelle tecniche che consentono di lavorare e produrre qualsiasi supporto di comunicazione visiva, dal biglietto da visita alla locandina, dalla brochure all’intero sito web.

Quindi l’apprendimento dei metodi per la produzione grafica e delle best practice è essenziale per riuscire a comporre una pagina su carta o il layout di una pagina web, per scegliere i colori, combinare le immagini e formattare i testi nella maniera più idonea. Riuscire a governare le tecniche grafiche consente di trasmettere informazioni più corrette ai propri fornitori e a lavorare con maggiore successo alla propria identità aziendale.

Per tutte queste ragioni, la progettazione grafica rimane lo spirito guida di ogni progetto vincente di comunicazione visiva.